La supervisione ha lo scopo di fornire una visione-super, cioè globale e panoramica, della prassi terapeutica, serve a:
1) Raffinare e sviluppare le competenze del professionista.
2) Ampliare l’identità teorica di appartenenza e tecnica del modello di adozione, attraverso valutazioni diagnostiche differenziali.
3) Offrire un sostegno terapeutico mediante la consapevolezza emozionale risultante dall’attività professionale (stress e bur-out del mestiere).
4) Costruire e consolidare la pratica professionale, nonché l’identità del ruolo con il supporto e l’esemplificazione pratica.
Il supervisore è un educatore-sostenitore, che aiuta ad esplorare le motivazioni a diventare terapisti e, come diceva Winnicott, un buon terapista è come –una mamma abbastanza buona- ma questa madre può essere valida se, a sua volta ha accanto a sé un partner che le dia sostegno. La Supervisione Individuale Presenta alcune limitazioni in quanto il rapporto si esaurisce tra il supervisore e il supervisionato, che non ha l’opportunità di confrontarsi con altri terapisti e, in particolare, con quelli che si trovano nella stessa fase La Supervisione di Gruppo È più formativa poiché permette di confrontarsi con le conoscenze e le esperienze degli altri partecipanti. Ognuno di loro ha a disposizione una limitata quantità di tempo per esporre il materiale del proprio cliente. Le dinamiche di gruppo rappresentano un elemento formativo molto importante: anche qualora dovessero essere di tipo conflittuale, esse vanno affrontate e risolte